Hai deciso di farti un tatuaggio, ci pensi da tempo ma ancora non hai trovato l’idea giusta? Se hai una passione per la cultura orientale, e pensi che un tatuaggio debba avere un significato profondo, potresti provare con dei tatuaggi giapponesi.
La cultura nipponica, infatti, è piena di simbolismo, e ogni figura rappresentata nei tatuaggi ha un preciso significato. In questo articolo imparerai qualcosa in più sulla storia dei tatuaggi giapponesi, oltre a trovare qualche ispirazione, così, in base al significato, potrai scegliere la giusta figura da incidere nella tua pelle.
Tatuaggi giapponesi: una storia millenaria
La cultura nipponica ha radici antichissime, a cui si ispira anche nella vita quotidiana. I tatuaggi giapponesi non fanno eccezione, in quanto le prime rappresentazioni risalgono al 5000 a.C e raffiguravano uomini con il volto disegnato da marchi e righe, utili a indicare un determinato rango sociale.
Rappresentazioni successive le troviamo nel VII secolo. Sempre un po’ influenzata da quella cinese, la cultura giapponese assorbì l’utilizzo del tatuaggio come marchio distintivo per criminali e carcerati, idea che con il tempo l’effetto andò a mitigarsi, facendo diventare il tatuaggio giapponese il simbolo per eccellenza dell’amore segreto e passionale. Gli amanti si facevano tatuare un puntino nero sulla mano, così che solo loro potessero riconoscere, e capire, l’unione intima che li legava.
La prima forma di tatuaggi giapponesi è l’Irezumi, e aveva la caratteristica di ricoprire parti molto estese del corpo, come la schiena o metà coscia. Apparso tra il 1600 e il 1800, si ispirava ai disegni dei kimono, da abiti dei samurai, fino a quelli da cerimonia.
I tatuaggi giapponesi come li conosciamo ora, sono detti invece Horimono, e sono nati verso la fine dell’800. Inizialmente erano utilizzati da quello che in Giappone veniva chiamato “Mondo fluttuante”, che comprendeva la parte più bassa della popolazione, quindi giocatori d’azzardo, prostitute e criminali, ma anche tutte quelle persone che svolgevano lavori di manovalanza e non intellettuali, come commercianti e pompieri. Per questo motivo passavano spesso da una condizione normale a una di assoluta illegalità.
La pratica divenne infatti legale solo dopo la fine della II Guerra Mondiale, anche se ci vollero molti più anni perché fosse considerata “accettabile” da parte della società giapponese. Ancora adesso le vecchie generazioni tendono a non approvarli, perché li associano alla Yakuza, la mafia giapponese.
Il legame tra i tatuaggi e la mafia giapponese
Per molto tempo il legame tra tatuaggi giapponesi e Yakuza, la mafia giapponese, è stato molto forte, al punto da renderli ancora oggi difficili da accettare per le vecchie generazioni. Ma da dove viene questa relazione tra tatuaggi e mafia giapponese?
La Yakuza ha la sua origine nei Machi-yakko, i servitori della città che, nel ‘600, si ribellarono agli Hatamoto-Yakko, sollevando le armi per difendere villaggi e città. Come spesso accade, però, queste milizie popolari si trasformarono ben presto in feudi che assunsero il controllo della prostituzione e il gioco.
Nato come movimento clandestino, riceve il nome dai Bakuto, i giocatori di azzardo. La parola Yakuza, infatti, deriva dai numeri 8 (ha), 9 (kyuu) e 3 (sa), da cui è nato il nome. Nel gioco Oicho-Kabu la somma di questi tre numeri è 20, ma ottenendola si perde il gioco, perché bisogna realizzare una cifra massima di 19, quindi tra i giocatori gli yakuza erano quelli “inutili per la società”.
Con il tempo gli yakuza decisero di fregiarsi di questa definizione, facendosene ironicamente un vanto: la mafia divenne così una famiglia per persone con un passato di povertà ed emarginazione.
Gli appartenente alla Yakuza si sono sempre considerati dei veri e propri discendenti dei Samurai, antichi guerrieri giapponesi: i valori della mafia giapponese sono il coraggio, la forza e la resistenza. Un Horimono eseguito su una parte molto estesa del corpo comporta anni e anni di pazienza, tempo, e molto dolore, quindi è in grado di testare la forza di uno Yakuza.
Tatuaggi giapponesi: stile e significato
Come abbiamo già detto, i tatuaggi giapponesi nascono da una cultura millenaria, basata sulla ricerca continua della bellezza e della perfezione in ogni cosa. In questo stile di tatuaggi nulla è lasciato al caso: ogni oggetto ha una posizione precisa ed è scelto con un preciso significato, ogni dettaglio e ogni sfumatura è studiato fin nei minimi dettagli.
Alcune figure vengono spesso combinate tra di loro, per creare delle vere e proprie opere d’arte, creando tatuaggi che prendono il nome di Kara-jishi.
Considerando che lo scopo dei tatuaggi giapponesi non è solo estetico e decorativo, ma è anche spirituale, ne esistono di due tipi, ciascuno molto differente dall’altro. Gli Irezumi derivano dalla parola “Ireru” (inserire) e “sumi” (inchiostro), e avevano una funzione punitiva, mentre gli Horimono, da “horu” (inscrivere) e “mono” (qualcosa), avevano una funzione puramente decorativa.
La cultura giapponese si basa molto sul simbolismo, perciò ogni figura che viene tatuata sulla pelle ha uno scopo preciso. Vediamo quindi insieme quali sono le figure più comuni e qual è il loro significato.
Il Dragone
Ci sono molti casi in cui una figura che nella cultura occidentale ha un significato, ne esprime uno completamente diverso in quella orientale. Un esempio di questo è il dragone, uno dei soggetti più utilizzati negli Irezumi.
La cultura giapponese distingue due tipi di drago: quello del mare e quello del cielo. Creature mitiche e spaventose, hanno un corpo formato da parti di diversi animali, come le squame dei pesci. Per questo motivo il drago incarna in sè lo yin e lo yang, il bene e il male che convivono in armonia.
Nel mondo occidentale il dragone è portatore di saggezza e pace, simbolo di equilibrio e di forza interiore, rappresenta l’elemento dell’acqua e aiuta a realizzare i desideri.
La carpa (Koi)
Anche se per noi non ha nessun significato, la carpa è un pesce d’acqua dolce molto importante per la cultura orientale, al punto da essere uno dei soggetti più utilizzati nei tatuaggi giapponesi.
Il suo significato nasce dalla leggenda di una carpa molto ostinata che voleva arrivare alla Porta del Drago, ma per farlo dovette risalire una lunga cascata, nuotando controcorrente. Gli Dei, colpiti da tanta forza, la premiarono, trasformandola in un drago e rendendola immortale.
Da qui vengono tutti i significati di questo simbolo: la perseveranza, la forza fisica e spirituale, il coraggio, ma anche la fortuna. Spesso infatti i tatuaggi giapponesi che rappresentano una carpa sono anche un simbolo di buon auspicio.
La Geisha
Da sempre la figura della Geisha ha un forte significato simbolico nella cultura nipponica. A differenza del senso dato dalla cultura occidentale, la geisha non è una prostituta, ma una donna dal portamento elegante e dal pensiero raffinato, con una grande cultura che va dalla danza, alla poesia, alla letteratura, fino al millenario rituale del tè.
Il suo ruolo è quello di celebrare e completare l’uomo, mettendosi sempre in secondo piano, motivo per cui rappresenta non solo la sensualità e la bellezza, ma anche la profondità d’animo e la dedizione. Per questo motivo tatuarsi una geisha significa portare in sè un simbolo di dedizione, forza di volontà e passione.
Il Samurai
Il termine samurai viene dal verbo “saburau”, che significa servire, mettersi in disparte: i samurai erano guerrieri così devoti ai loro signore da arrivare talvolta a togliersi la vita per loro.
Avevano un rigido codice, il bushid, che si basava su coraggio, onore, rettitudine, benevolenza e rispetto. Da qui deriva infatti il significato di questi tatuaggi giapponesi: coraggio, onore e giustizia.